Parte da Brindisi un progetto per salvare gli idroscali storici in tutta Italia. Un secolo fa, la città pugliese vide infatti la costruzione di una grande base per gli idrovolanti appena fuori del porto interno che ospitò anche gli stabilimenti dell’allora Costruzioni Aeronavali. Nel 1926, gli “aeroporti per idrovolanti” in Italia erano oltre 40, tra cui appunto Brindisi e anche Taranto, Varano (Foggia), Orbetello (Grosseto), Desenzano sul Garda (Brescia) e Sesto Calende (Varese). Rappresentanti di enti e aeroclub provenienti da queste città si incontreranno giovedì 15 novembre nella sede di Confindustria Brindisi per la “2a Giornata di studio sugli Idroscali storici d’Italia”, organizzata dall’associazione Aviazione Marittima Italiana in collaborazione con la Caroli Hotels e con Confindustria Brindisi (corso Garibaldi 53, ore 10.30). Durante l’incontro, sarà presentato un nuovo progetto-pilota per il recupero e il rilancio dell’idroscalo brindisino, che potrà essere poi adottato anche in altri idroscali italiani.
“L’obiettivo di questo progetto-pilota non è solo salvare l’idroscalo di Brindisi e altri luoghi che hanno contribuito alla storia dell’aviazione italiana, ma anche realizzare un polo attrattivo per la diffusione della cultura aeronautica tra le nuove generazioni”, ha dichiarato l’organizzatore Orazio Frigino, presidente dell’Aviazione Marittima Italiana. “Queste aree, dopo essere state recuperate dall’abbandono, potranno diventare il volano di nuove iniziative culturali ed economiche, ospitando ad esempio mostre di cimeli d’epoca, rievocazioni storiche aeronautiche, manifestazioni aeree e scuole di volo. Inoltre, dotandole di un semplice pontile leggero certificato per idrosuperfici, potranno pure accogliere idrovolanti ultraleggeri per il volo turistico o sportivo, oltre a velivoli di maggiori dimensioni per il trasporto passeggeri da 9 a 19 posti”.
“Brindisi ha una storia antica per quanto concerne l’aeronautica: negli anni ‘20 del secolo scorso, idrovolanti percorrevano regolarmente le tratte Brindisi-Atene-Istanbul e Brindisi-Atene-Rodi andata e ritorno, mentre negli anni ‘30 nacque la SACA, azienda di produzioni e manutenzioni aeronautiche”, ha sottolineato Angelo Guarini, direttore generale di Confindustria Brindisi. “Ma non è solo per ragioni storiche e culturali che, come Confindustria Brindisi, abbiamo condiviso l’idea della Giornata di studio sugli idroscali d’Italia. Siamo convinti, infatti, che il rilancio dell’utilizzo di aerei anfibi da 4 a 19 posti potrebbe avere ricadute turistiche ed industriali molto interessanti”.
L’idroscalo di Brindisi ha contribuito in maniera importante ai primi passi della storia dell’aviazione italiana. Durante la Prima Guerra Mondiale, ad esempio, dalla base brindisina ospitava la squadriglia di idrovolanti guidata da Orazio Pierozzi, eroico e pluridecorato aviatore soprannominato “l’asso del mare”, a cui fu intitolato l’idroscalo dopo la sua morte nel 1919 durante una missione di addestramento. Finita la guerra, il governo italiano propose alla Grecia la creazione di un servizio di posta aerea tra Roma ed Atene con scalo a Brindisi, già valutando possibili sviluppi futuri dell´aeronautica commerciale. Nel settembre del 1919, il grande aviatore Francesco De Pinedo, comandante della stazione brindisina, volle dimostrare l’affidabilità e la potenzialità degli idrovolanti guidando con successo una crociera sulla tratta Brindisi-Atene-Brindisi, che venne coperta in sole cinque ore. Nel 1923 la Regia Aeronautica avviò quindi la costruzione dell’Idroscalo civile di Brindisi che, affiancando quello militare, fu completato nel 1925 e operò attivamente per tutti gli anni ’20. Nei decenni successivi, le attività degli idrovolanti andarono progressivamente riducendosi con la crescita di importanza dell’Aeroporto civile di Brindisi.